miercuri, 4 decembrie 2013

L'incubo del Pd: nessuno oltre il 50%

" «Temo quelli che dicono che abbiamo già vinto», confessa Matteo Renzi. «E’ nervoso...», punzecchia Paola De Micheli, lettiana doc. Lo fa in vista delle primarie, dove ormai l’unico dato che mette apprensione non è tanto l’attesa del vincente, quanto l’affluenza. Con un codicillo che potrebbe sconvolgere tutto il quadro: se l’affluenza fosse bassa e se chi arriva primo, mettiamo Renzi, vincesse sì ma sotto il 50 per cento, sarebbero allora dolori forti. Il motivo? Se nessun candidato alle primarie prende la maggioranza assoluta (il 50,1 per cento), il segretario non viene eletto ricorrendo a un secondo turno (l’altra volta si fece perchè erano primarie per la premiership), ma si passa all’assemblea nazionale di mille e 100 delegati, dove sarebbero necessarie alleanze e intese con almeno uno degli altri candidati. Un doppio smacco: ci sarebbe un segretario che non riesce a superare il 50 per cento, come a dire non trascina e non ha presa sugli elettori; ne conseguirebbe la necessità di ricorrere all’aiuto degli altri, vanificando l’elezione diretta delle primarie con l’obbligo di tornare a rifugiarsi nel chiuso degli organismi. Un vero incubo, da scacciare subito. «Chiederemo per Matteo un’investitura forte a un leader che può varamente cambiare le cose», la strategia che intendono dispiegare i renziani per garantirsi un’affluenza come si deve. DUE MILIONI Perché se chi si reca ai gazebo domenica supererà i due milioni, a quel punto non si temono particolari ricadute negative sull’esito a favore del sindaco; se invece l’affluenza calasse vistosamente, allora l’incubo meno 50 per cento è dietro l’angolo. C’è un sondaggio di Europa che lancia l’allarme e dà affluenza in calo di 300 mila votanti rispetto alle scorse settimane. Se non c’è discussione sull’esito a favore di Renzi (66,6 per cento, comunque in discesa rispetto alla precedente rilevazione, con Cuperlo al 20,7 e Civati sul 12,7), c’è il dato affluenza che preoccupa, con una stima fissata su un milione e 800 mila, rispetto ai 2 milioni e 100 del 18 novembre scorso. Pippo Civati accenna a intese con l’ex amico sindaco: «Entrambi vogliamo chiudere l’esperienza delle larghe intese, su questo siamo d’accordo, ma Matteo gli ha dato ancora un anno, si decida». E c’è Gianni Pittella, escluso dalla competizione finale perché arrivato quarto, che si dichiara fin d’ora «alleato» di Renzi, anche se «scomodo». Irriducibile rimane invece Cuperlo, che continua ad accusare l’ex rottamatore di «fare il gioco di Berlusconi» quando fa balenare l’ipotesi di votare in primavera.Sarà questa la settimana degli appelli a recarsi ai gazebo e delle apparizioni ovunque possibile (stasera alle 21 il sindaco è al teatro Olimpico per l’iniziativa nella Capitale). Contemporaneamente, e forse più importante, Renzi cercherà di alzare la posta rispetto al governo e alla trattativa, o verifica che sia, da aprire dopo la conta. Legge elettorale, costi della politica con abolizione del Senato, fondi per l’occupazione assieme a deregulation sul lavoro, i punti di attacco dell’agenda renziana." Messaggero

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